Blindsight Project sta seguendo una consultazione pubblica dell’Agenda Digitale Italiana (Leggi il nostro articolo sull’accessibilità dei siti istituzionali), in particolare una proposta che riguarda l’accessibilità degli atti degli enti pubblici: Piena accessibilità per i disabili agli atti dei pubblici enti
La consultazione è stata presentata oggi, 16 maggio, nel Forum P.A., anche alla presenza del nostro presidente del consiglio Monti. Alcune consultazioni, però, fin da ieri sera sono state oscurate, con lo status “in attesa di moderazione”, non più raggiungibili attraverso il link nè elencate nelle sezioni del sito che dovevano essere presentate nel Forum P.A.
Alcuni utenti, visitatori o creatori delle proposte oscurate, hanno segnalato l’accaduto e dopo qualche ora, chissà perchè in coincidenza con il termine del Forum P.A., queste “idee” sono state ripristinate con le scuse dei moderatori.
Sorgono spontanee alcune domande, in parte esplicitate dagli stessi che hanno segnalato il disservizio:
1) Perché “nascondere” dalla lista delle idee più popolari alcune di esse in un giorno politicamente così rilevante?
2) Come mai il disservizio è stato spiegato, dai moderatori, come la necessità di una correzione dei tag e categorie, ma le idee ripristinate sono rimaste nella stessa originaria categoria e con gli stessi tag?
3) Perché queste “idee” sono state oscurate esattamente nel giorno in cui era prevista la “fotografia” della consultazione pubblica strutturata, traslata nel rendiconto tecnico da presentare nel Forum P.A.?
Scrive uno degli autori delle proposte oscurate: “Noi, che in quella fotografia avremmo dovuto avere un posto in prima fila, un attimo prima dello scatto siamo scomparsi.” Le “scuse” dei moderatori non sono sufficienti a spiegare queste “coincidenze” e gradiremmo avere anche noi delucidazioni più dettagliate sull’accaduto, che finora non possiamo far altro che attribuire a strane “web-magie” e “incantesimi” dell’informatica italiana!
Per una maggiore precisione, indichiamo i link delle segnalazioni pubblicate, quasi in contemporanea, sia su facebook che sullo stesso sito della consultazione: (Chiarezza nella gestione del forum, Action64 su facebook) e riportiamo qui di seguito il testo delle segnalazioni con i commenti pubblicati dai moderatori dei sito IdeaScale.
Idea inserita da Paula de Waal intorno alle 12,00 del 16 maggio 2012
«Non avrei mai pensato che nel giorno stesso in cui l’iniziativa sarà presentata al Forum PA e come annunciato in Facebook, anche a Monti, una idea che aveva iniziato a raccogliere molti pareri positivi sarebbe stata oscurata. L’argomento è propositivo e indica tutti i problemi relativi alla diffusione dell’e-learning universitario. Ieri sera il suo status è stato cambiato da attivo a “in attesa di approvazione dal moderatore”. Ho ricevuto più di 30 email di colleghi universitari e associati Siel indicando il problema. Siamo curiosi di sapere se esiste un ragionamento possibile. “Nascondere” dalla lista delle idee più popolari una idea che viene dal mondo universitario in un giorno politicamente rilevante è una azione per ora colta come estremamente negativa. Attendiamo il ripristino immediato della “idea” e una chiara spiegazione. Vi lascio il link alla idea “sospesa” . http://adi.ideascale.com/a/dtd/E-learning-universitario-urgente-intervento-normativo/130299-18808»
Commento inserito dal moderatore damien.lanfrey.1 alle ore 13:00 circa:
«Paula non capisco perche’ l’idea e’ andata in moderazione. L’ho riattivata non appena ho letto il messaggio, cosi come tutte le altre. L’idea e’ ritornata dove merita.»
Commento inserito da action64 alle ore 15:00 circa:
«Anche la nostra proposta è scomparsa per circa 14 ore, dalle 22 di ieri all’incirca, sino a mezzogiorno passato di oggi. Non siamo saltati a conclusioni ma non abbiamo potuto fare a meno di rimanere contrariati e – visto che l’evento, selettivo com’era, non pareva dovuto ad un’avaria – di considerare se l’accaduto non fosse da correlarsi al contenuto della nostra proposta e/o dal dibattito sviluppatosi attorno ad essa.
Dai log visibili durante l’oscuramento, peraltro, emergeva che qualche ora prima del cambiamento di stato della proposta, c’era anche stata la rimozione di un nostro commento da parte di un moderatore. Vi risulta?»
Commento della moderatrice stefania.milan inserito alle ore 17:00 circa:
«Carissim@ tutt@, ci scusiamo per il momentaneo malfunzionamento della piattaforma. Nessuna idea e’ stata censurata; alcune sono state ricollocate nelle categorie (leggi tavoli di lavoro) dove troveranno un’audience piu’ specializzata. Se “spostiamo” (“ri-tagghiamo) un’idea cerchiamo di notificare il “proprietario” dell’idea in questione, ma e’ cosi’ tanto materiale che qualcosa ci puo’ sfuggire. Ci scusiamo per gli inconvenienti, e vi preghiamo di continuare a segnalare ai moderatori eventuali malfunzionamenti… ci siamo impegnati a garantire trasparenza, e intendiamo farlo, anche col vostro aiuto! Grazie, Stefania»
Copia dello “stato” di Action 64: Ensure the accessibility of public sector websites su facebook, inserito intorno alle 12:00:
«DALL’E-INCLUSION ALL’E-EXCLUSION!
Ci è stato segnalato che la nostra proposta che sollecitava a far sì che fosse finalmente garantita la piena accessibilità per le persone affetta da disabilità agli atti e ai documenti pubblicati sui siti dei pubblici enti – in ottemperanza alla pressoché completamente ignorata Legge 4/2004 nonché all’Action 64 dell’Agenda Digitale per l’Europa – avanzata la scorsa settimana sul sito della consultazione pubblica per l’Agenda Digitale Italiana (ADI), dalle ore 22 circa di ieri 15 maggio 2012, è stata eliminata dal suddetto sito.
La proposta aveva raccolto un ragguardevole numero – circa un centinaio – di consensi, praticamente nessun dissenso, e si era già posizionata tra le prime cinque proposte in assoluto, suscitando, tra l’altro, un dibattito vivace e costruttivo con una quarantina di interventi.
Nessuna spiegazione o notifica o cenno, neanche minimo, relativo all’eliminazione ci è pervenuto dai gestori del sito – che a quanto ci consta sono gli unici che possono decidere e mettere in atto una simile azione – né ai recapiti email lasciati all’atto di registrazione della proposta, né tramite il sistema di messaggistica interno al sito della consultazione, né in alcun altro modo.
Allo stato attuale, pertanto, i fatti a noi noti ed evidenti sono i seguenti:
1) già all’atto di presentazione della proposta la scorsa settimana, non avevamo potuto non rilevare noi stessi che i pubblici enti che coordinano i lavori dell’Agenda Digitale Italiana mediante la relativa Cabina di Regia – vale a dire il Dipartimento per la pubblica amministrazione e la semplificazione, il Ministro per la coesione territoriale, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il Ministro dell’economia e delle finanze – nonché i relativi dirigenti e preposti, nel far realizzare il servizio di pubblica consultazione detto “ideario” (v. http://www.agenda-digitale.it/agenda_digitale/) sulla piattaforma Ideascale (adi.ideascale.com), avevano per l’ennesima volta fatto realizzare un servizio telematico pubblico inaccessibile, de iure e de facto, ai disabili;
2) la piattaforma Ideascale (www.ideascale.com) in generale, e il sito ADI in particolare risultano infatti, anche già al solo mero generico controllo sintattico-formale eseguibile con strumenti automatici di largo impiego routinario (ad es. http://atutor.ca/achecker/), non conformi né alle disposizioni della Legge Italiana 4/2004, né alle più elementari e datate linee guida sull’accessibilità WCAG (WCAG 1.0 Level A) e nemmeno a quelle vigenti nell’ordinamento del fornitore del servizio, Ideascale LLC, per gli enti del governo (US Rehabilitation Act, Section 508); ancor peggio, per giunta, la piattaforma si comporta all’atto pratico per chi faccia uso di tecnologie assistive come gli screen reader, e risulta pressoché totalmente inaccessibile e inutilizzabile già in fase di registrazione persino da parte di un non vedente notevolmente abile nell’uso di tali tecnologie;
3) naturalmente, ignoravamo e ignoriamo tuttora quale movente abbia spinto gli enti pubblici di cui al punto 1) ed i loro dirigenti e preposti – che tra l’altro sono proprio coloro tenuti per primi a far rispettare la Legge 4/2004 e i provvedimenti ad essa correlati – a far realizzare il sito della consultazione pubblica per l’ADI in tale malavventurata maniera che esclude i disabili, che invece dovrebbero essere proprio tra gli interlocutori primari di tale iniziativa come previsto esplicitamente dall’Agenda Digitale per l’Europa cui l’ADI dovrebbe ispirarsi, ma da quel che possiamo vedere:
– il sito risulta manifestamente inaccessibile già al più elementare e superficiale dei controlli formali secondo la Legge 4/2004, e ancor peggio all’uso pratico;
– Ideascale LLC vende il suo servizio ai governi con un’offerta commerciale mirata, che da quel che si desume online (notare il banner sulla colonna di sinistra in basso nelle pagine di adi.ideascale.com) fornisce anche al Governo Italiano;
– ergo, qualunque sia l’accordo di fornitura intercorso tra il fornitore e il Governo Italiano, esso è colpito da nullità ex art. 4 comma secondo della Legge 4/2004, come pure, a mente del successivo art. 9 della stessa legge, ferme restando le eventuali responsabilità penali e civili previste dalle norme vigenti, si configura perdipiù responsabilità dirigenziale e disciplinare ai sensi degli articoli 21 e 55 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 a carico di chi abbia materializzato la fornitura stessa (a meno che non sia il fornitore ad essere gravemente inadempiente, invece, ma dai termini d’uso del servizio che quest’ultimo rende pubblicamente disponibili non si vede come una sua inadempienza sia configurabile);
4) ora, una settimana fa, all’atto della presentazione della proposta, eravamo ben consci di quanto sopra elencato ai punti 1), 2) e 3), ma l’intento soggiacente alla presentazione non era per noi quello di sollevare polemiche, bensì di far emergere all’attenzione del pubblico in generale e della Cabina di Regia dell’ADI in particolare la necessità di intervenire, nello spirito dell’Action 64 dell’Agenda Digitale per l’Europa, a favore di quel 15% della popolazione europea ed italiana che rimane incolpevolmente esclusa dalla società digitale proprio in uno dei suoi aspetti più cruciali, ossia dalle iniziative di open-goverment e e-government;
per questo motivo, nessun cenno diretto nella proposta era stato fatto al plateale inadempimento delle previsioni della Legge 4/2004 proprio nel sito ADI, e la medesima era stata quindi stesa, nell’intento di non urtare i suscettibili, in forma di un emasculato e anodino resoconto, preciso ma prolisso, di otto anni di pressoché ubiquitari inadempimenti della suddetta legge in tutta la pubblica amministrazione centrale e locale, che finiva semplicemente col proporre di includere d’urgenza nel venturo decreto cosiddetto “DigItalia” le disposizioni dettate dagli artt. 25, 26 e 27 del DDL Camera 5093, o altre di similare oggetto e tenore, e di dare definitivo compimento alla revisione dell’allegato A del D.M. 8/7/2005 già pronta dal 2010;
5) malgrado tutto ciò, quel che avevamo omesso di denunciare esplicitamente nella proposta ha finito fatalmente per erompere nei commenti degli utenti – in particolare, ovviamente, coloro che hanno effettivamente una disabilità visiva – che più che comprensibilmente hanno presentato energiche rimostranze contro l’inaccessibilità del sito, rilevando l’impossibilità di registrazione se non con materiale assistenza di un vedente, l’inadeguatezza della sua infrastruttura, la non fruibilità del contenuto e, naturalmente, la poco accorta scelta della piattaforma non conforme alla legge; ci trovavamo ieri giusto nel mezzo della discussione sul punto, in cui eravamo reintervenuti a sollecitare soluzioni tecniche, specialmente per realizzare la e-inclusion dei non vedenti anziani, anche via smartphone oltre che via pc, quando la proposta e il suo corredo di commenti sono scomparsi.
Questi, i fatti come ci sono noti al momento.
Ieri era anche il giorno in cui era prevista la “fotografia” della consultazione pubblica effettuata attraverso l’ideario e la cosiddetta consultazione strutturata, da traslare nel rendiconto tecnico predisposto dalla cabina di regia dell’ADI che dovrebbe costituire la base decnica del decreto “DigItalia”.
Noi, che in quella fotografia avremmo dovuto avere un posto in prima fila, un attimo prima dello scatto siamo scomparsi.
Non vogliamo al momento trarre alcuna conclusione da questa sequenza di fatti, né fare congetture sull’accaduto prima di aver documentato e messo in ordine gli eventi.
Chiediamo però sin d’ora a chi ci segue di sostenerci nell’iniziativa di ripristino della proposta, che già dall’origine richiedeva meramente che venisse dato corso effettivo ad un obbligo di legge a tutela dei più deboli tra i deboli già da tempo esistente, e da pari tempo, purtroppo, ignorato sistematicamente dalle pubbliche amministrazioni incluse, come si vede, la pubblica amministrazione centrale che sarebbe tenuta per prima a farlo rispettare.
Grazie a tutti e a presto per aggiornamenti.»
AGGIORNAMENTO di Action64 (ore 14:00 circa):
“La nostra proposta è riapparsa dov’era, come niente fosse. Pare ne fossero sparite anche altre tutte poi riapparse. Non capiamo ancora che cosa sia accaduto, ma ci ripromettiamo di scoprirlo»