L’accessibilità è solo una parola?

web accessibile (logo screen reader, logo carrozzina con computer)Dalla “legge Stanca”, del lontano 2004, stiamo pian piano arrivando al decreto Digitalia, che contiene, almeno nella bozza ancora in elaborazione, un articolo sull’accessibilità che integra e modifica la L. 4/2004. Un altro procedimento normativo è tuttora in corso (https://blindsight.eu/blog/blog-web-accessibile/agenda-digitale-approvato-il-testo-unificato-con-gli-articoli-sullaccessibilita/), anche se si parla di una probabile sospensione, forse perchè in parte inglobato nel Digitalia. Si parla di sospensione anche per l’adozione dei libri scolastici digitali con grande rammarico di chi, come Blindsight Project, sperava finalmente di trovare quest’anno libri digitali accessibili per i tanti bambini con disabilità visive (e non solo) che frequentano le nostre scuole (https://blindsight.eu/news/libri-di-testo-accessibili-lettera-al-miur/).

Tutto questo, però, non sembra sufficiente ad assicurare una reale accessibilità dei siti obbligati ad esserlo dalla legge stessa. Allo stato dei fatti, purtroppo, sono ancora rari i siti istituzionali che risultano realmente accessibili, e la difficoltà nell’avere risposte e riscontri sui motivi di questa inaccessibilità (sollecito al rispetto della L. 4/2004), ma soprattutto la mancanza di volontà ad adeguarsi alla legge vigente, a volte sembrano insormontabili.

Il recente proliferarsi di consultazioni pubbliche da parte delle istituzioni sembra aprire uno spiraglio verso una apertura e una maggiore consapevolezza sull’argomento, ma la confusione sul tema dell’accessibilità sembra ancora tanta e la richiesta di collaborazione e supporto degli esperti (e ce ne sono!) ancora insufficiente.

Ad esempio, sui siti istituzionali vengono continuamente pubblicati molti documenti in formato PDF creati senza rispettare neanche i benché minimi accorgimenti per renderli leggibili dalle tecnologie assistive, è quindi difficile pensare all’accessibilità intesa come illustra il preambolo della recentissima consultazione avviata dal MIUR sui Principi Generali di Internet (http://discussionepubblica.ideascale.com/): Accessibilità come strumento di inclusione “I contenuti e i servizi in rete della pubblica amministrazione sono accessibili a tutti, senza alcuna discriminazione, in particolare alle persone che per disabilità o condizioni particolari (es: divario digitale) non possono interagire con le amministrazioni se non tramite l’uso di Internet.” (http://discussionepubblica.ideascale.com/a/ideafactory.do?id=19273&mode=recent&discussionFilter=byids&discussionID=32694).

Qual è la soluzione? Innanzitutto imparare a “pensare accessibile”, cercando di confrontarsi il più possibile sia con i diretti interessati che con gli esperti, che si battono da anni per ottenere finalmente l’abbattimento di quelle barriere dell’ignoranza che regnano in molti settori, compreso internet.

Di formazione sull’accessibilità se ne parlava già nell’art. 8 della L. 4/2004, ma è stata realmente applicata? Forse non abbastanza, se ci ritroviamo ancora a dover notare, in un sito comunale rinnovato di recente, l’indirizzo Pec inserito nell’immagine della testata (con l’evidente impossibilità di essere riconosciuto da qualsiasi motore di ricerca o letto da ausili informatici).

Mi sembra che ci siano due canali paralleli: quello degli studiosi ed esperti di accessibilità, che proseguono imperterriti la loro strada (http://www.w3.org/TR/WCAG-EM/) e il canale dell’ignoranza e dell’indifferenza, che permane nonostante i tentativi normativi di interrompere questa deriva.

Non dovrebbe essere necessario arrivare ad imporre sanzioni e minacciare cause legali per ottenere un diritto che dovrebbe essere di tutti, quello di non venir discriminato per la propria “condizione particolare” (come viene definita nel precedente testo citato).

Tornando ai libri scolastici digitali, i bambini con disabilità non hanno forse uguali diritti di ricevere una buona istruzione? Se i libri digitali accessibili sono un ottimo mezzo per superare gli ostacoli che alcune disabilità comportano, perchè non adottarli? Eppure se ne parla da anni: dall’art. 5 della L. 4/2004, alle sollecitazioni dei genitori (2005: http://webaccessibile.org/comunicati/appello-per-libri-di-testo-digitali/), al decreto del 2008 (http://www.pubbliaccesso.gov.it/normative/DM300408.htm) con le opinioni degli esperti (http://www.biroblu.info/2009/03/tu-chiamale-se-vuoi-opinioni/), le richieste e proposte (Proposta sui libri di testo accessibili inserita nella recente consultazione pubblica sull’Agenda Digitale; Lettera al MIUR sui libri digitali accessibili), fino ad arrivare al recentissimo racconto dell’odissea di genitori alla ricerca di libri digitali (http://salvoesaurimentoscorte.wordpress.com/2012/09/14/la-scuola-e-il-digitale-sbagliato/).

Quando potremo finalmente avere libri scolastici digitali accessibili? Quando potremo liberamente navigare sui siti istituzionali accessibili?

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