Domenica prossima si tornerà di nuovo a votare in vari seggi italiani, per il ballottaggio delle elezioni amministrative 2016, e vorremmo raccontarvi altri metodi di voto assistito, che come tutti saprete, è obbligatorio per ogni italiano ipovedente o cieco. Il voto assistito è semplicemente una delega, obbligatoria per legge, ad altri, si delega cioè ad altri questo importante diritto, forse uno dei pochi davvero privati rimasti, che è quello di votare come cittadini. Perché ogni cittadino italiano con disabilità visiva non può ancora votare in piena autonomia, questo nonostante numerose tecnologie già usate per altro, lo consentano. Abbiamo allora chiesto come si vota in Giappone, tanto per portare un esempio tra due realtà opposte, quali sono l’Italia e il Giappone, cerchiamo quindi di capire se sono le persone disabili visive italiane a lamentarsi e a pretendere troppo, oppure se ciò che si chiede qui, è già da tempo realtà altrove.
Elenchiamo brevemente e omettendo tutti gli ostacoli che, chi non vede, incontra in Italia quasi per tutto, e doverosamente prima del Giappone, i vari step obbligatori per votare qui, se si è disabili visivi.
1) Bisogna fornire tutta la certificazione medica e di invalidità, all’ufficio elettorale del proprio Comune di residenza.
2) Il Comune, preso atto della certificazione prodotta, apporrà un timbro sulla scheda elettorale, che accerta che quel cittadino, per legge dello Stato Italiano, non può votare da solo, ma deve delegare qualcuno per questo.
3) Trovare, esclusivamente tra i cittadini italiani vedenti, una persona di fiducia, non necessariamente iscritta nelle stesse liste elettorali (vedi Legge n.17 del 5 febbraio 2003), e recarsi alle urne, con scheda elettorale e documento di identità valido, quest’ultimo vale anche per l’accompagnatore.
4) Consegnare scheda e documenti al seggio, che presa visione del timbro di voto assistito sulla scheda, provvederà a registrare il tutto, e a fornire la scheda elettorale all’accompagnatore.
5) Entrare in cabina con l’accompagnatore e aspettare che metta la croce sul simbolo richiesto.
6) Far riconsegnare la scheda, riprendere i documenti e andarsene, sempre con la speranza che quella croce sia stata messa davvero dove si voleva. Per ogni altra informazione sul voto assistito in Italia leggi qui: http://www.handylex.org/schede/dirittovoto.shtml.
Inutile dire che tutto questo, non solo priva della propria dignità una persona, ma è solo scritto, perché nella realtà dei seggi italiani le persone disabili visive incontrano troppo spesso mille problemi, dovuti sempre e solo alla disinformazione, o peggio ancora, all’assenza totale di informazioni in merito al voto assistito. Consigliamo quindi, a quegli elettori che vogliono davvero votare, di recarsi alle urne la mattina presto, perché spesso si passano intere giornate per spiegare che non servono altri documenti da presentare al seggio, che il timbro del Comune attesta che quei documenti sono stati già presi in visione. Oppure potrebbero scontrarsi con il “divieto d’accesso al cane guida nei seggi”: quest’ultima del cane guida, che non entra perché “questa è una scuola”, o perché “gli animali non possono entrare in cabina“, e chi più ne ha ne metta, nello stupidario elettorale da seggio italiano, succede spesso purtroppo, e non c’è una regione si e una no, è l’Italia tutta, a macchia di leopardo disinformata, e spesso presuntuosa e discriminante. Abbiamo quindi visto che non è proprio una passeggiata, per chi è disabile visivo italiano, recarsi alle urne, senza considerare che chi non ha nessuno, spesso ci rinuncia e basta, perché in questa nazione non si può pagare l’accompagnatore anche per votare, nel modo poi descritto fin troppo positivamente sopra.
Vediamo invece ora, se fossi cieca in Giappone e dovessi votare, come potrei fare, quali le modalità:
1) in ogni seggio è garantita la possibilità di usufruire di un kit braille, e di schede elettorali già prestampate in braille. E’ sufficiente richiedere il tutto quando ci si presenta al seggio, e si può votare senza problemi.
2) Chi si presenta da solo e non conosce il codice braille, od anche non vuole usarlo, ha la facoltà di scrivere a penna la propria preferenza su di un foglio apposito. Ovviamente non occorre scrivere perfettamente, e vengono accettate anche scritte eseguite in malo modo. Questa seconda possibilità è più adatta alle persone ipovedenti o persone ex vedenti, cioè diventate cieche, che sanno o ricordano come scrivere a penna.
3) Queste modalità, la n.1 e la n.2, sono garantite a tutte le persone cieche e ipovedenti, senza bisogno di presentare documenti o prenotare le schede speciali, in quanto ogni seggio ne viene già automaticamente provvisto.
4) Alcuni preferiscono comunque essere accompagnati da una persona, che possa votare per loro, in quanto convinti che una scheda in braille, o una scheda speciale scritta, renda riconoscibile il proprio voto alla commissione.
5) Nel caso sopra, n.4, ci si può affidare all’aiuto di un parente, persona di fiducia, o di un Guide Helper che abbiano diritto di voto in quella zona. I “Guide Helper” sono persone che aiutano le persone disabili visive giapponesi, e la loro assistenza è garantita senza prenotazioni, l’unico documento richiesto è il documento che attesti il diritto di voto nella zona dell’accompagnatore.
6) Chi è impossibilitato a recarsi a votare, per motivi di lavoro, di malattia, di viaggio o altro, può andare a votare qualche giorno prima. Ovviamente anche le persone disabili visive possono farlo, in tutte le modalità elencate sopra.
Mancano le parole ora per continuare a parlare di voto assistito in Italia, ancora così piena di pregiudizi nei confronti di chi si reca alle urne con un cane guida, o un accompagnatore vedente, un’Italia ferma ancora a metri di carta stampata su cui mettere una croce a matita, e se non vedi o vedi poco, rischi anche di non riuscire a votare, come successo personalmente a me anni fa, quando mi recai alle urne, come tanti altri, prima di cena, e solo perché non volevano il cane guida lì dentro, nonostante la legge n.37/74 (vedi Campagna Cane Guida Blindsight Project). Ma ognuno di noi può raccontarne mille di malefatte ai seggi nei nostri confronti, eppure abbiamo informato, e non solo noi, anche se chi si prende l’impegno di stare in un seggio, dovrebbe essere informato su tante cose.
Ringraziamo il caro Roberto Lachin, nostro valido collaboratore in vari settori di Blindsight P., per le informazioni dal Giappone, e ringrazio sin da ora tutti coloro che, impegnati al lavoro nei seggi, domenica prossima faranno votare come leggi e convenzioni dettano, ogni persona disabile visiva che si recherà da loro, accompagnata da persona vedente e forse anche da cane guida, per votare. Inutile dire che in Giappone è scontato che nessuno si fingerebbe cieco per votare, ed anche che il cane guida che accompagna la persona disabile visiva non rimane fuori, ma rimane attaccato al suo padrone, anche se c’è l’accompagnatore vedente. Per ultimo, sempre riguardo il cane guida e visto che è praticamente inutile qui affrontare argomenti quali “come votare meglio e più civile?”, nei seggi italiani va considerato che, l’accompagnatore vedente, per votare di certo non lo chiediamo noi ciechi o ipovedenti italiani, ma siamo costretti per legge e per inerzia dello Stato, che ancora non abbatte barriere sensoriali. Perciò, non osiamo chiedere di avere le stesse opportunità dei giapponesi, ma almeno applichiamole queste leggi italiane domenica prossima. Nel caso contrario vi chiediamo sin da ora di segnalarci ogni caso di discriminazione o disservizio alle urne, sia per il cane guida, sia per la richiesta di vari certificati o documenti superflui, vedasi 008 di Blindsight e il nostro Ufficio Legale, grazie.
Laura Raffaeli (presidente Blindsight Project)