L’accesso alla cultura, in pochi lo sanno, non è libero per i disabili visivi, in quanto sono ancora assenti letture accessibili (letture digitali o ebook). Ogni anno, per gli studenti disabili visivi della scuola dell’obbligo, si ripresenta lo stesso problema: i libri. Quelli di carta è risaputo che sono del tutto inutili, pubblichiamo quindi un interessante articolo di Simone Bonesini da EbookReaderItalia.com.
Molti pensano che in Italia si sia con decisione iniziato a parlare di ebook dopo l’art. 15 dell’agosto 2008, che sancì l’adozione dei libri digitali a scuola. Invece, a ben ricordare, la prima parola legislativa a favore dell’ebook fu il decreto 18 dicembre 2007 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale a inizio aprile 2008). Sapete di che cosa parlava quel decreto? Di un finanziamento da 2.750.000 euro per rendere disponibili libri accessibili a persone con disabilità visiva. Da quel 2007 del bando e dei suoi vincitori si persero le tracce (ne trovate notizie in biroblu e in superando), per ritrovare quegli stessi fondi per l’accessibilità stanziati ora per un’iniziativa in corso d’opera che arriverà a regime nel 2013, il progetto LIA (AIE, Associazione Italiana Editori). Sei anni perché i disabili visivi possano accedere a titoli da leggere paiono già una promessa mancata.
Ma torniamo all’oggi. La diffusione dell’ebook è ormai sotto gli occhi di tutti.
I dati dell’AIE parlavano per il 2010 di un mercato ebook da 1,5 milioni di euro di fatturato che rappresenta lo 0,04 % dell’intero mercato editoria italiana.
Per chi volesse ulteriori conferme sul 2011 consigliamo la lettura dei dati rilasciati da Antonio Tombolini, Ceo di Simplicissimus Book Farm, l’azienda che per prima in Italia ha scommesso sul libro elettronico e sulla sua diffusione. Anche più ottimistiche sono poi le cifre diffuse dalla ricerca di A.T. Kearney commissionata da Bookrepublic.
Vari fattori hanno agevolato la diffusione dell’ebook: l’immaterialità – che consente al libro elettronico di essere trasportato e archiviato senza alcuna difficoltà – e la possibilità concreta di essere letto (con qualche accorgimento) su un qualunque dispositivo: computer, tablet eereader a inchiostro elettronico. Quest’ultimo, ad oggi, consente di farci vivere l’esperienza di lettura di un libro elettronico in modo del tutto simile a quella del libro a stampa.
Se si ha l’accortezza di scegliere un ebook con formato fluido (ePub) in luogo di un formato orientato alla stampa (Pdf di Adobe) e un dispositivo che permetta di cambiare tipo e dimensione di font, l’ebook può essere fruito anche da persone con disabilità visive (ma non solo) e per loro il grado di soddisfazione nel leggere su un ereader è certo superiore a quello che avrebbero con un libro cartaceo stampato con font 12 punti.
Il fatto poi di impiegare un ereader integrato con una libreria online apre alla possibilità di una facile ricerca delle opere, agevola e incentiva l’acquisto, perché il lettore si trova alla distanza di pochi comandi (o tap) dall’ebook. Altre features come il dizionario integrato, la sintesi vocale, note e sottolineature sono ulteriori caratteristiche che rispetto al libro a stampa rendono il libro digitale più accessibile (nell’eccezione più generale di questo termine).
Certo non è tutto oro quel che luccica perché molti aspetti rimangono da migliorare. Per esempio i lucchetti digitali (Drm) applicati agli ebook per evitarne la diffusione illegale sui network peer-to-peer (cioè nelle reti di scambio tra utenti collegati a internet) rendono estremamente difficile, se non impossibile, trasferire il contenuto a sintetizzatori vocali, asoftware per la stampa braille (o a caratteri ingranditi) o verso ambienti di studio digitali.
Certe migliorìe per ebook ed ereader non riguardano solo il mondo dei diversamenteabili visivi.
Infatti, anche le persone con difficoltà specifiche di apprendimento (in particolare i dislessici) e di interpretazione del testo scritto potrebbero trarre beneficio dall’utilizzo dell’ebook se solo si pensasse a loro nel progettare i libri elettronici e anche i firmware degli ereader.
A loro l’editoria tradizionale riserva libri progettati con particolari accortezze (allineamento a sinistra, valore dell’interlinea alto) e stampati con speciali font chiamati ad alta leggibilità, ma l’offerta di questo genere di libri cartacei, seppur in crescita, è comunque ancora molto limitata.
Tra le case editrici che si occupano di progetti in questo ambito segnaliamo Biancoenero Edizioni Srl di Roma perché ha messo a disposizione gratuitamente il proprio font ad alta leggibilità biancoenero© (per tutte le istituzioni e i privati che lo utilizzino per scopi non commerciali). Un font ad alta leggibilità, per come viene costruito, ha caratteristiche visive e di disegno delle singole lettere pensate per facilitare la lettura di tutti, ma è adatto, in particolare, alle persone dislessiche.
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