10 maggio 2012
C’è un gran parlare di finti ciechi: bene! Non sono pochi in Italia, pare, almeno dalle notizie che si apprendono quasi ogni giorno, ma i toni con cui vengono descritti questi casi sono ogni volta sempre più fuorvianti per chi vede. Ci sono molte cose che chi è cieco può fare, senza necessariamente apparire come un finto cieco, solo perché non è un sacco incapace di muoversi, deambulare o curare dei fiori: di sicuro non possono fare la parrucchiera, né guidare un’auto, leggere un giornale cartaceo, guardare le vetrine e cose del genere, come invece facevano tutti quelli che finora sono stati scoperti (e per fortuna!). Sarebbe meglio che i notiziari parlassero anche dei ciechi veri però, almeno ogni tanto, in modo da evitare malintesi e disinformazione, che piombano come un macigno sulle teste e sulle vite di tutti coloro che la cecità la devono affrontare veramente nel quotidiano. Sarebbe meglio punire anche chi ha permesso a tanta gente di truffare lo stato, giocando su una disabilità drammatica quale la cecità.
Pubblichiamo una notizia che parla di “super poteri”, in realtà sono solo capacità sensoriali che i ciechi hanno per percepire la realtà, quindi se incontrate un cieco che cammina senza cane guida, o senza bastone e non va a sbattere a tutti gli ostacoli presenti, è bene sapere anche che, come i pipistrelli, ci sono persone tra le tante, che usano gli stessi principi per quella che è chiamata “eco localizzazione”, augurandoci comunque che possano essere scoperti presto tutti i falsi invalidi che l’Italia mantiene, così come mantiene con stipendi mensili pagati da tutti gli italiani, numerosi truffatori presenti nelle Asl e nelle sedi legali preposte al riconoscimento d’invalidità nei riguardi di un cittadino.
Ruiz, il cieco che “vede” come i pipistrelli
Il californiano riesce a localizzare oggetti e persone grazie al suono: «Libero di fare ciò che voglio»
TRIESTE. Essere ciechi non vuol dire non poter andare in bicicletta, fare trekking o vivere in autonomia la propria libertà di movimento. Basta imparare dai pipistrelli. È quello che è riuscito a fare Juan Ruiz, californiano non vedente di 30 anni, che ha fatto tappa a Trieste per diffondere una tecnica che sta insegnando a oltre 5mila studenti in 18 Paesi al mondo. Juan spiega ai ciechi come conquistarsi la capacità di movimento con lo stesso metodo che i pipistrelli usano per evitare di schiantarsi sui palazzi. La usano anche i delfini per orientarsi nelle acque più profonde. Si chiama “eco localizzazione” e permette di individuare la posizione degli oggetti e delle persone ascoltando il ritorno del suono. Funziona così: schioccando la lingua sul palato si emette un “clic” e il ritorno del suono permette di capire dove sono gli ostacoli. Una tecnica antica per il mondo animale, ma che nessuno aveva applicato al genere umano prima di “World Access For The Bli nd” l’organizzazione no profit presieduta da Daniel Kish e di cui Juan tiene alto lo spirito in giro per il mondo. A Trieste, Juan è stato invitato dall’Aniomap (Associazione nazionale istruttori di orientamento e mobilità e autonomia personale per disabili visivi) per il primo corso di formazione, finanziato dalla Regione, cui hanno partecipato una decina di istruttori provenienti da tutta Italia. Più volte Juan, “l’uomo radar”, è stato invitato a varie trasmissioni televisive, tra cui le italiane “Show dei record” e “Mistero”. «Ma nulla di tutto questo è legato a super poteri – precisa Juan -. La capacità di ascoltare il ritorno del suono è comunemente utilizzata dai non vedenti, solo che non ne sono consapevoli. Non c’è niente di eccezionale in tutto questo, ci vuole solo tanta costanza e sistematicità». Come l’ha capito? «Avevo 12 anni quando ho incontrato Daniel Kish. Mi aveva parlato di come potevo orientarmi con il “clic” della lingua, ma non ci avevo prestato tanta attenzione. Poi ho cambiato scuola e mi sono trovato in un ambiente pieno di ostacoli. Un giorno sono andato a sbattere contro un palo e ho capito che era arrivato il momento». Nel tempo Juan ha imparato ad andare in bici, sciare, pattinare e arrampicare. «Poi i non vedenti hanno cominciato a chiamarmi per chiedermi come facevo. Lì ho capito che dovevo diventare un insegnante». E oggi è felice? «Sono molto felice. Ho la libertà di scegliere cosa fare».
(di Elena Placitelli da Il Piccolo di Trieste del 10/05/2012)
Certamente non bisogna fare “di tutta l’erba un fascio” ma noi sappiamo benissimo che non stiamo in California, ma in italia, dove di falsi invalidi effettivamente ce ne sono davvero tanti, anzi tantissimi.
Ma i dottori che dichiarano il falso, che fine fanno???????
L’ecolocazione o ecolocalizzazione è usata da molti animali, i quali, non dimentichiamo, hanno un sistema sensoriale ben diverso dal nostro. Nonostante questo l’ecolocazione può essere usata anche dagli esseri umani, come ben dimostrato. Nel mio sito: http://www.orientamentomobilita.it nella sezione “orientamento e mobilità” alla voce “ecolocazione” si possono trovare informazioni utili in merito. Buon lavoro, Vanda.
La cosa assurda in Italia è che si da la pensione per cecità ad una persona, e le si da anche la patente di guida.
Il braccio destro non sa cosa fa il braccio sinistro.
Per smascherare questi disonesti basta incrociare i dati tra motorizzazione ed inps ed è fatta, con moltissimi risparmi di tempo ma soprattutto economici (risparmio pensioni recuperate e risparmio per le persone che devono lavorare per la ricerca.
come mai ci sono delle città dove ci sono più invalidi che sani???