Ibernauta Project: Il mondo attraverso le parole

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11/09/2008
Encomiabile iniziativa, a Santa Maria del Cedro, località balneare cosentina, l’istituzione del Museo del Cedro, tra le mura di una antica casa baronale, per sostenere e divulgare la conoscenza del profumato agrume, della sua storia, della sua importanza culturale e di tutta un’infinità di utilizzazioni che ha, alimentari e cosmetiche. Ancor più affascinante forse il sito a notte inoltrata, ammantato di ombre, penombre e suggestioni di luci. È in questa atmosfera che ha avuto luogo ad agosto lo spettacolo “Intro Ibernauta Project”, ultimo di una piccola serie di appuntamenti che hanno coniugato musica e teatro. Protagonista della serata l’attrice Elena Fazio, anche direttore artistico del ciclo insieme a Sergio Gimigliano, la quale, con varietà vocale ammirevole in un’artista tanto giovane, ha declamato testi di Laura Raffaeli impreziositi da interventi jazzistici del pianista Francesco Scaramuzzino che non hanno disdegnato citazioni di musiche di Bach e di Beethoven.

I suoi studi?
«Il diploma in recitazione a Roma ed altri studi svolti anche a Milano e Treviso con insegnanti come Ugo Pagliai e Paolo Ferrari, e recite con registi quali Roberto Guicciardini e Lindo Nudo».

I suoi riferimenti artistici?
«Sicuramente Monica Vitti ed Anna Magnani».

Cosa è “Intro Ibernauta Project” e come è nato?
«”Intro Ibernauta Project” nasce come introduzione ad un progetto ben più ampio che mira alla sensibilizzazione del pubblico verso le disabilità ed è, in qualche misura, lavoro preliminare per uno spettacolo futuro più ampio, ma soprattutto è un’opera che nasce dall’esperienza autentica e malauguratissima dell’autrice, vittima di un incidente stradale che l’ha portata pian piano alla cecità totale ed alla parziale sordità. Da questa drammatica esperienza Laura Raffaeli ha trovato però l’ammirevole forza per ricominciare, esternando al mondo la sua esperienza e le aperture più fini che questa ha portato alla sua percezione della vita ed ai più profondi significati dell’esistenza».

Il testo, quindi, è la sublimazione, da parte dell’autrice, di un mondo per lei un tempo visivo, oggi solo visionario, nella parola, una parola evidentemente più interiore che fisicamente ascoltata. Sicuramente una affascinante provocazione per l’arte declamatoria di un attore, che fa nascere al tempo stesso una domanda. Quanto è nella recitazione il ruolo della componente semantica del testo e quanto è il ruolo della sua componente musicale? Ed è l’attore Leonardo Gambardella stavolta a risponderci, attore protagonista di “A tribute to Duke Ellington”, lo spettacolo che con “Dissonorata”, interpretato da Saverio La Ruina, ha completato il trittico di eventi della rassegna calabrese.
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