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La battaglia di Laura per i disabili sensoriali

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Laura Raffaeli in parapendioÈ una mattina di maggio a Roma e una donna di 41 anni guida la sua moto su una strada in discesa, ignara che da lì a qualche secondo una Mercedes in retromarcia cambierà per sempre la sua vita. La motociclista si chiama Laura Raffaeli. L’impatto con l’automobile ha conseguenze devastanti, Laura a causa dell’incidente è cieca. Da allora, era il 2002,  è una disabile sensoriale, così è chiamato l’ handicap che priva dell’uso di uno o più dei cinque sensi.

La vita di Laura, una donna bella, sportiva, vitale, divorziata e con un figlio a carico, cambia profondamente. “Mi è capitato di pensare di farla finita – racconta. – Non accettavo  quello che mi era successo e quello che mi aspettava: un futuro da cieca per sempre e  parzialmente sorda. Ancora non mi accetto, non mi accatterò mai, da parte mia c’è sempre il desiderio di tornare quella che ero. Il momento più buio comunque, non è stato quando mi hanno comunicato la diagnosi, ma quando ho dovuto dire ad Edoardo, il mio unico figlio, il destino che mi aspettava”. E’ stato proprio  Edoardo, che allora aveva solo 16 anni, a darle la forza di continuare a vivere, con la sue parole, la sua presenza. “Lui è stato la mia ancora di salvezza.  Ho pensato: mio figlio ha bisogno di un esempio  – continua Raffaeli  – , gli devo dimostrare che di fronte ad un ostacolo, seppur più grande di me, io sono capace di andare avanti. Che si può voltare pagina, si può ricominciare”. Così, anche se ha dovuto rinunciare a fare cose “normali” come guidare la moto, oltre a tantissime altre, Laura ha scelto di reagire e di recuperare la propria autonomia e dignità e dare l’esempio a suo figlio per Edoardo.

E poi è arrivato Artù, il cane guida che la accompagna ovunque, che la protegge e che, mentre facciamo questa intervista, sta beatamente seduto accanto a noi, sul prato e si lascia accarezzare.  Laura, che oggi ha 52 anni, ci racconta del suo blog personale, della sua collaborazioen con l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (Aifvs) e di Blindsight Project, l’associazione che si occupa di disabilità sensoriali della quale è fondatrice e presidente.

“La cosa peggiore non è perdere la vista, ma perderla in Italia. In una nazione che non riconosce la disabilità se sei diverso susciti pietismo, buonismo, assistenzialismo. Nel nostro Paese i ciechi sono dimenticati oppure funzionali al sistema. Il disabile in Italia è considerato oggetto sul quale lucrare e da assistere. Ma io – si infervora – non lo accetto. Proprio perché non mi sono sentita rappresentata da nessuna associazione ho fondato Blindsight Project. Certo, i momenti di sconforto non mi mancano, a volte mi manca la mia vecchia vita da vedente, ad esempio confesso che mi piacerebbe rivedere la mia immagine allo specchio, però vado avanti. E combatto non solo per me ma anche per gli altri disabili”.

La vita di Laura, comunque, va ben oltre le normali attività di blogger e attivista. Ha deciso di riprendere a fare sport, scegliendo quelli estremi come il rafting. Si è buttata da più di 1000 metri di altezza col parapendio insieme al suo istruttore. Non contenta ha guidato su una pista una potente auto da corsa con accanto un navigatore, un pilota “coraggioso” che le diceva cosa fare. “Non sono un fenomeno da baraccone – precisa Raffaeli –  ma solo una donna che ha guidato tantissimo e con passione e che vuole abbattere barriere e polverizzare pregiudizi. Il merito di quello che ho fatto in pista – aggiunge –  è soprattutto di chi ha creduto in me. L’istruttore mi disse: ti  farò guidare. E ha mantenuto la promessa a differenza di molti che da anni mi proponevano il giro in moto con me ovviamente seduta dietro. Una frase così ti fa sentire viva”.

Laura vive senza troppe illusioni, il buio ne gliele permette. Ogni giorno deve fronteggiare il pregiudizio: “A volte le persone mi fanno sentire scema perché vado in giro con un cane, io sento le battute che fanno. E poi ci sono i problemi pratici, le assurdità della burocrazia: lo sapete che i buoni taxi del Comune di Roma previsti per i ciechi dal 2002 in poi sono stati sospesi. Che il  servizio mini bus ma va prenotato con largo anticipo.  Che purtroppo il sistema di lettura Braille è conosciuto solo dal 10% dei ciechi, e i libri in Braille sono costosissimi e pesanti. La tecnologia? Sì, ora hanno  inventato i libri digitali per ciechi e per dislessici, ci sono e-book, tablet, lavagne elettroniche: speriamo che siano fruibili a prezzi abbordabili”. Una piccola grande conquista di Laura e di chi vive la sua condizione sono le “proiezioni accessibili”: visioni speciali di film per disabili sensoriali con sottotitolazione e audiodescrizione in cuffietta. “Prima una iniziativa come questa  in Italia era pura utopia. Noi siamo riusciti – spiega Laura con orgoglio – a metterla in pratica in occasione del Fiction Fest e al Festival del Film di Roma e ne siamo davvero fieri”.

Gli ostacoli sul cammino di Laura sono tanti, insomma, sia pratici che sociali, ma questa donna non si stancherà mai di aggirarli. Col suo coraggio, con gli occhi di Artù, l’amore di Edoardo: “Sì, non mi arrenderò mai: perché io sono viva. Sì, sono ancora viva”.

Barbara Nevosi, da “Pubblico” del 5 ottobre 2012.

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