Cosa intendo quando dico che la forza delle donne può essere travolgente e che esse sono capaci di dare il meglio, per sé e gli altri, soprattutto nei momenti difficili, con sensibilità, altruismo e tanta grinta? Leggendo la storia di Laura capirete di cosa parlo.
Laura è nata a Roma nel 1960 ed ha vissuto nella capitale fino al 2007, anno in cui si è trasferita a Praia a Mare (Cosenza). Perché lasciare Roma? Per amore del mare e perché è stata vittima della strada: dopo un incidente ha perso tutto, casa compresa, ed è proprio in quel momento che ha trovato in Calabria una dimora accessibile alla pensione che percepisce da cieca civile. E’ proprio il mare che le ha permesso di “rinascere” nella spiritualità, in una casa dove vive volutamente da sola col suo cane guida, per meditare, scrivere e progettare. Quando non lavora in giro per l’Italia, ed ha bisogno di famiglia o di altre persone care, fa ritorno a Roma.
Ha perso per sempre la vista e buona parte dell’udito in seguito ad un incidente di moto nel 2002. Per queste gravi disabilità, sopraggiunte in età adulta, è stata costretta ad interrompere la sua attività lavorativa. Però non si è mai arresa, si è reinventata iniziando a comunicare e ad informare le realtà invisibili, quelle a cui nessuno dà valore. Nel 2006, avendo provato sulla propria pelle cosa vuol dire essere disabili in Italia, in un paese in cui sono completamente sconosciute ed ignorate le disabilità sensoriali, ha fondato una onlus non profit, la Blindsight Project per disabili sensoriali (www.blindsight.eu). L’associazione opera attraverso un sito internet accessibile a tutti tramite l’informatica, ausilio fondamentale per tutti i disabili sensoriali (ciechi e sordi, ipovedenti e ipoudenti).
Sono numerosi gli eventi, unici in Europa, accessibili ai disabili sensoriali, organizzati da Laura, ricordiamo in particolare: i due primi concerti per sordi, la prima campagna informativa sul cane guida e sulle leggi che lo tutelano, il primo festival del cinema accessibile: il Roma Fiction Fest del 2009, 2010 e 2011 ed una conferenza stampa al Festival del Cinema di Roma, nell’ottobre del 2009, perché inaccessibile ai disabili visivi e uditivi, privo cioè di sottotitoli e audiodescrizioni, strappando la promessa dell’accessibilità mantenuta così nel 2010. Nel 2011 anche il Festival Internazionale del Film di Roma è stato reso accessibile grazie alla Blindsight Project.
Prima dell’inizio della sua nuova vita, Laura era una donna come tante altre: divorziata ma libera, autonoma e madre di un ragazzo che oggi ha 26 anni.
Grazie ai suoi occhi ha potuto memorizzare tante immagini per reagire alle umiliazioni subìte da disabile, soprattutto come “donna e madre”.
“Credo solo nella verità – dice Laura – non riesco ad illudermi né posso illudere altri: cerco di informare per tante donne, tanti giovani, tutti i disabili e per quel “futuro” che ormai è diventato “passato”, un “futuro” che non vede donne veline ma donne e madri vere, che non vuole giovani addormentati ma al lavoro e con una giusta istruzione, che vuole non più luoghi proibiti, a gente onesta o disabile, perché TUTTO DEV’ESSERE ACCESSIBILE A TUTTI”.
La disabilità è una scuola di vita che tutti conoscono, direttamente o indirettamente dal momento che gli italiani vittime della strada, rimasti disabili, sono più di 40.000 ogni anno. E’ questo che la spinge ad impegnarsi nella sicurezza stradale, altra piaga del nostro Stato.
IL FUTURO DEV’ESSERE ACCESSIBILE A TUTTI: questo è lo slogan per la campagna di sensibilizzazione lanciata dall’associazione di Laura nel 2010, ma in questi anni nulla è cambiato.
Empatia sostiene le battaglie di Laura perché ognuno di noi deve sentire di lottare per una società non discriminatoria, attenta alle diverse abilità e all’abbattimento delle barriere, siano esse architettoniche, sensoriali, sociali o “mentali”.
Le informazioni contenute in questo articolo sono state tratte dal sito di Laura Raffaeli e della sua associazione.
Articolo scritto da Barbara La Rosa su Empatiadonne
