La violenza sulle donne è una realtà quotidiana.
Perché la violenza sulle donne non è solo quella fisica, può essere anche verbale e psicologica, legata a sguardi e atteggiamenti.
Quanti però di noi – mi ci metto in mezzo come donna, ma anche come disability & case manager – ne sono veramente consapevoli, ne parlano e, quando necessario, la denunciano? L’ultimo rapporto Istat è chiaro: le donne che maggiormente subiscono violenza e che rischiano di rimanere intrappolate nella sua ruota, ossia spirale, sono le donne con disabilità.
articolo di Martina Gerosa
Voci del silenzio
A ottobre 2015 in Francia è uscito il cortometraggio intitolato “Violences du silence” che è un pugno nello
stomaco; cinque donne con diverse disabilità sia motorie che visive e uditive narrano le loro terribili storie
e la particolarità di questo video è di essere accessibile anche alle persone con disabilità sensoriali. Il Blindsight Project ha voluto renderlo fruibile anche al pubblico italiano, grazie al supporto tecnico di CulturAbile onlus con audio-descrizioni per le persone non vedenti e sottotitoli per quelle non udenti. Perché il primo passo per uscire dalla violenza di genere è diventare consapevoli di cosa essa sia, in qualsiasi condizione
si stia. Negli ultimi anni sono nati molti e diversi spazi di ascolto, sostegno e aiuto alle donne vittime di violenza, ma come possono essere accessibili alle donne con disabilità vittime di violenza?
Alcune risposte a tale domanda sono contenute nella monografia “La vie en rose. Donne con disabilità: inventare e gestire percorsi di uscita dalla violenza” su “HP Accaparlante” (n. 2, 2015), la rivista del Centro Documentazione
Handicap di Bologna, edita da Quinta di copertina. Tale monografia è illustrata con le vignette della campagna di Corvo Rosso “Ti amo troppo … No al silenzio!”: anche la satira aiuta ad abbattere barriere e a raggiungere un pubblico più vasto.
Sensibilizzare l’opinione pubblica
C’è infine uno spazio del web, curato dal Gruppo donne UILDM, “Contro la violenza sulle donne” (con disabilità s’intende).
Costituisce un serbatoio sempre aggiornato d’informazioni e notizie sul tema, intorno a cui si sta costruendo il
network nazionale di persone che s’interrogano su come agire. I primi esiti delle ricerche e riflessioni in
corso in Italia e non solo, riportate in un recente articolo su Superando (3), portano oggi alla conclusione che
occorra rendere accessibili i servizi dedicati alle vittime di violenza anche alle persone con disabilità e solo dove necessario bisogna creare sportelli e spazi specificamente dedicati a esse. Ma prioritaria è sempre e ovunque l’opera di sensibilizzazione, per promuovere una cultura in cui sia rispettata ogni differenza legata al genere oltre che alla disabilità e a ogni diversità, creando un clima di solidarietà sociale e di non-violenza.
Fonte: http://www.aifo.it/upl/cms/attach/20160301/003204620_1806.pdf (pagina 17)
Leggi l’articolo sul Video contro la violenza sulle donne
Leggi l’articolo sul Workshop su donne, disabilità e violenza