Il Corriere della Sera del 18-04-2012
Un percorso nel quotidiano allestito da Lega del Filo d’Oro e Provincia
MILANO. Come vive la sua giornata un sordocieco? Muoversi in casa, oltre che fuori, non è semplice. Tecnologia e design, tuttavia, cercano di rispondere al meglio alle esigenze di questi disabili sensoriali. La Lega del Filo d’Oro, in collaborazione con l’assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Milano, ha voluto appunto offrire uno “spaccato” di vita quotidiana, allestendo gli ambienti e gli strumenti ideati appunto per migliorare il vivere quotidiano delle persone sordocieche. «Per le persone sordocieche – spiega Rossano Bartoli, segretario generale della Lega – diventa complesso avere accesso a molte sfere del vivere quotidiano a causa della doppia minorazione sensoriale e della presenza di altre disabilità. Ecco perché da molti anni la nostra associazione ha maturato un’approfondita conoscenza di accorgimenti tecnologici e ausili per facilitare la quotidianità delle persone sordocieche».
ESPOSIZIONE. La mostra si chiama “Io dentro il Mondo” ed è ospitata nel palazzo Stelline, dal 17 al 22 aprile, dalle 16 alle 21 nell’ambito del Fuori Salone (eventi sul territorio milanese in concomitanza con il Salone del Mobile) Milano Design Week. All’interno di due aule sono stati riprodotti i diversi ambienti: una cucina per quello familiare; la postazione del computer per quello lavorativo; gli oggetti per la quotidianità o il tempo libero. «Quando la Lega del Filo d’Oro mi ha presentato il progetto – dice Massimo Pagani, assessore alle Politiche sociali della Provincia di Milano – non ho esitato a promuoverne la realizzazione. Sono certo che l’originalità dell’evento, e il suo prestigioso contesto, aiuteranno a dimostrare quali capacità sviluppa una persona con disabilità sensoriali per raggiungere la piena inclusione sociale, condizione necessaria per l’autorealizzazione».
IN CASA. Così per entrare in “casa” ci si imbatte subito in un sistema composto da un trasmettitore per campanello e una fessura per targa di riconoscimento. Quando qualcuno suona alla porta, il trasmettitore fa vibrare un ricevitore che la persona sordocieca ha indosso. Il visitatore poi inserisce una personale targa di riconoscimento in una speciale fessura nella porta d’entrata. Sulla targa può essere applicato il nome in braille o un particolare simbolo tattile che permette di identificare il proprio visitatore. Fa parte ormai della realtà comune anche ai “normodotati” il piano di cottura ad induzione in vetroceramica, senza fuoco né gas, che elimina i rischi di bruciature, facilita le operazioni di cottura (perché la pentola si riscalda anche quando non è perfettamente centrata sulla piastra) e semplifica la pulizia. Così come il dosatore di condimenti: spesso per chi è non vedente risulta difficile il dosare correttamente i condimenti di cucina. Il dos atore, grazie ad una pompa ad immersione, permette di erogare sempre la medesima quantità di contenuto. Se mai vi siete chiesti come faccia invece un sordo cieco a bere da una tazza o da un bicchiere, senza rovesciare il contenuto, ecco svelato un piccolo segreto: un segnalatore di livello. Lo strumento viene appoggiato su un bicchiere o una tazza prima di versare un liquido. Quando il livello è a circa 2 centimetri dal bordo, il segnalatore vibra ed informa chi sta bevendo che la tazza è piena.
Il GIOCO. Passando poi all’ambiente educativo, è interessante conoscere i “giochi a switch”. Si tratta di giocattoli che utilizzano grossi pulsanti (switch), per consentire al bambino di superare eventuali difficoltà motorie. Premendo lo switch, si attiva il gioco (ad esempio, peluche e bambolotti parlanti). In questo modo, il bambino con problemi psicosensoriali, facilita l’apprendimento del concetto di causa ed effetto: una base da cui partire per costruire abilità più complesse. Lo stesso ausilio può essere usato per stimolare la comunicazione e quindi permettere al bambino di esprimere le proprie esigenze e di attivare richieste differenti. Ogni pulsante, riconoscibile tramite riferimenti tattili o visivi, corrisponde ad una richiesta. Così , ad esempio il pulsante con il bicchiere significa: “Ho sete”. Quello con lo spaghetto: “Ho fame”. Giochi per bambini, certo. Ma non solo. I più grandi hanno a disposizione le classiche carte da gioco napoletane e da poker, adattate con scrittura in braille che consentono il riconoscimento di seme e numero.
AL LAVORO. Nel mondo del lavoro, poi, anche le persone sordocieche possono usare il computer, sfruttando le potenzialità offerte da applicazioni software come il “sintetizzatore vocale” o la “barra braille”. Videoscrittura, posta elettronica, navigazione in internet, lettura di documenti acquisiti tramite uno scanner, sono così possibili grazie a software che, nel primo caso, trasformano il testo in una voce sintetica (per le persone ancora con un residuo di udito), mentre nel secondo, lo trasmettono su una barra braille in modo da poter essere letto da chi conosce questo sistema. La “guida firma” , invece, facilita alla persona non vedente il compito di firmare un documento, delimitando lo spazio in cui scrivere con due barrette di metallo.
LA SPESA. La mostra fa anche un salto al supermercato. Per la spesa, la persona cieca o sordocieca ha a disposizione il “Cashtest”, una piccola scheda di plastica che permette di verificare il valore delle monete e delle banconote. È sufficiente inserire una banconota nel Cashtest e piegarla. Appena sotto il bordo della banconota può essere letto in braille o con simboli semplici, il valore della banconota. Mentre il valore delle monete può essere verificato inserendo la moneta in un cuneo a rilievo. La moneta si incastra in corrispondenza al suo valore indicato ai lati del cuneo.
FOTOGRAFIE PER CAPIRE. Nello spazio a disposizione della Lega del Filo d’Oro è stata allestita anche una mostra fotografica realizzata da Stefano Guerzoni, un “giovane” che si avvale dei servizi territoriali di Lesmo e nonostante problemi di vista, coltiva con passione l’hobby della fotografia. La stessa passione ha spinto Emilio Vendramin, socio “storico” della Lega del Filo d’Oro a rispondere all’invito di Patrizia Ceccarani, direttore educativo-riabilitativo della struttura di Osimo, che gli ha chiesto di indossare le vesti del fotoreporter per raccontare attraverso le immagini la realtà della Lega del Filo d’Oro e l’attività dell’associazione. Vendramin, che non è un fotografo professionista, ha realizzato quasi 4000 scatti, ritraendo gli ospiti nei diversi momenti della loro vita quotidiana. Duecento di questi sono diventati “Campioni”, un volume fotografico, edito dalla stessa Lega del Filo d’Oro. «Sono stato al loro fianco per due anni – racconta Vendramin – li ho frequentati, li ho seguiti, li ho fotografati nei diversi momenti della giornata. Per me è stata un’esperienza prima di tutto educativa. Volevo mettere in luce la loro “normalità”. Ero con loro mentre svolgevano attività riabilitative, nei momenti di svago, nelle ore di lavoro e mi sono reso conto dell’enorme sforzo che queste persone devono compiere per fare le stesse cose che faccio io, le cose di tutti i giorni: vestirsi, andare a lavoro, parlare, comprendere. Tutto per loro rappresenta uno sforzo mille volte maggiore del mio». Il volume fotografico, 200 scatti è a disposizione (Direzione Raccolta Fondi, sede di Osimo, tel. 071.723 17 63 o su www.legadelfilodoro.it), in cambio di un’offerta libera che servirà a raccogliere fondi per migliorare le strutture della Lega del Filo d’Oro ma soprattutto a sensibilizzare e far conoscere il loro lavoro.
di Ruggiero Corcella