“Rispondigli di sì, anche se stai morendo di paura, anche se poi te ne pentirai, perché comunque te ne pentirai per tutta la vita se gli rispondi di no”. Lo disse Gabriel García Márquez, ed è la frase più indicata per quanto accaduto il giorno 2 marzo 2016, a Roma, tra un taxista e la signora Simona Zanella, vicepresidente di Blindsight Project, Onlus nota anche per la diffusione della Campagna Nazionale Cane Guida, la cui la responsabile è la stessa Zanella. Un episodio che si è concluso bene per tutti, grazie anche all’Avv. Gemma Montaruli, che segue l’Ufficio Legale di Blindsight Project, e che è riuscita ad evitare il tribunale, per ciò che poteva diventare una lunga causa legale, in seguito alla denuncia fatta dalla Zanella presso le Forze dell’Ordine.
Il taxista alla stazione Termini di Roma, si rifiutò di far salire la Zanella a bordo perché accompagnata da Isa, il suo cane guida, nonostante anche l’assistente della Sala Blu, accompagnatore della Zanella, si univa a lei ricordando al taxista che c’è la legge n.37 del 1974 sul cane guida. A nulla valsero le preghiere dei due. In seguito però all’intervento del nostro Ufficio Legale, e all’esperienza che contraddistingue la Zanella in queste circostanze, seguendo quotidianamente con successo tante altre discriminazioni se c’è un cane guida di mezzo, il taxista si è pentito e scusato, sia con Simona Zanella, che con Blindsight Project. Con una lettera di scuse ha dimostrato tutto il suo pentimento, e il suo rammarico per il suo comportamento e per quanto successo, all’inizio giustificandolo con un’allergia, che alla fine però, tra una lettera dell’avvocato e l’altra, ha capito essere solo quella all’umanità e alla sensibilità, “allergia” che ora però sembra in completa in remissione.
Perché non dovrebbe servire una legge, che pure esiste da decenni, per comprendere che una donna cieca sale a bordo col suo cane, soprattutto se sola a Termini di sera, idem di giorno e per tutti gli altri con cane guida, se ciechi.
“Il taxista pentito sta “diffondendo il verbo” tra i suoi colleghi – dice Simona Zanella -, la sua redenzione ci ha colpiti molto, e siamo contenti che sia finita così pacificamente, del resto col mio settore Cane Guida di Blindsight Project è questo che si fa: facciamo applicare e rispettare le leggi, sosteniamo la persona discriminata, indirizzandola verso la soluzione migliore, visti i numerosi casi ormai trattati anche in tribunale, e soprattutto informiamo e sensibilizziamo, affinché di pentiti ce ne siano sempre meno, e noi col cane guida si possa vivere liberamente, ed anche in sicurezza, perché di solito una donna cieca di sera il taxi lo prende per questo motivo, soprattutto se ha cane guida.”.
Si riportano alcune righe della lettera di scuse del taxista che, avendo evitato la sanzione, ha riconosciuto un piccolo risarcimento alla Zanella, che a sua volta ha destinato tale somma alla risoluzione di tanti episodi simili che Blindsight Project affronta quotidianamente, soprattutto nel settore Cane Guida, ascoltatela nel podcast su Radio Blindsight.
Ascolta “TAXI E CANE GUIDA” su Spreaker.
Uno stralcio della lettera di scuse: “… Sono rammaricato per il mio comportamento e vorrei essere anche di monito a tutti i miei colleghi tassisti. Sono profondamente e sinceramente dispiaciuto per l’accaduto e Le porgo le mie più sincere e sentite scuse per l’episodio, e sono mortificato per le spiacevoli conseguenze che la mia condotta Le ha provocato. In fede, Tassista pentito”.
Blindsight Project (Ufficio Stampa)