Redattore Sociale del 21.02.2018
In Italia per gli elettori ciechi esiste solo la possibilità del voto assistito.
Potrebbe (e come) il Braille favorire l’autonomia?
Per la Stamperia regionale sì: “Ci stiamo lavorando”.
UICI: “Chiediamo anche il voto elettronico”.
Oggi la Giornata nazionale.
ROMA. Il Braille come strumento di inclusione e di esercizio dell’autonomia nella comunicazione: il codice messo a punto quasi due secoli fa da Louis Braille oggi – Giornata nazionale del Braille – viene celebrato in tutto il mondo, ma nella vita di ogni giorno potrebbe essere valorizzato molto di più. Lo pensano alcuni (non tutti), che rivendicano per il Braille un pieno riconoscimento e una maggiore diffusione. Ma potrebbe questo “codice” essere utilizzato anche in occasione degli appuntamenti elettorali, come quello che ci attende nelle prossime settimane? Ed eventualmente, in che modo? Lo abbiamo domandato alle associazioni (Uici e Blidsight Project) e alla Stamperia regionale Braille di Catania, per verificarne la fattibilità e l’utilità. Ne è emerso, in sintesi, che tanto si potrebbe fare per permettere agli elettori ciechi di esercitare in autonomia il proprio diritto al voto. E che pure l’ipotesi di una scheda elettorale in Braille non è poi così remota…
Nobili (Stamperia Braille), verso una scheda elettorale in Braille. “Si possono creare le condizioni affinché il voto sia segreto anche per i ciechi”: ne è certo Pino Nobile, direttore generale della Stamperia regionale Braille di Catania. “Abbiamo già in mente qualche possibile soluzione per applicare il Braille alla scheda elettorale. Ma non solo: dovremmo rendere accessibili anche le liste e tutte le informazioni elettorali, tramite il Braille o il vocale. E anche il seggio e la cabina dovrebbero essere raggiungibili in totale autonomia: pure in questo, il Braille sarebbe di grande aiuto”. Ma come si farebbe a garantire la segretezza del voto, se agli elettori ciechi fosse consegnata una scheda in Braille, diversa dalle altre? “Non siamo ancora nelle condizioni di entrare nei dettagli, ma posso assiscurare che la soluzione esiste e non è difficile da realizzare, né troppo costosa. Anche i tempi non sarebbero lunghi: certo non riusciremmo a farlo per il 4 marzo, ma presto potremmo averla”.
Barbuto (Uici): “Sarebbe utile materiale elettorale in Braille”. Riferisce il presidente nazionale dell’Uici, Mario Barbuto, che “di norma e in via ufficiale, non viene prodotto materiale elettorale in Braille. Sarebbe invece auspicabile che le forze politiche in competizione vi provvedessero”. Per quanto riguarda le schede per il voto, “le difficoltà di stamparle in Braille sarebbero molto grandi. Forse sarebbe più opportuno studiare la realizzazione di un facsimile di scheda, dotato di finestrelle entro le quali apporre il segno del voto: un cartoncino rigido da sovrapporre alla scheda elettorale, in modo che a ogni simbolo corrisponda la finestrella entro la quale tracciare il segno. In quel caso, accanto a ogni finestrella potrebbero essere riportati brevi codici Braille da abbinare a una separata legenda, sempre in Braille, dove trovare per ogni codice la dicitura completa ed esplosa. Su questo, come Uici, abbiamo sollecitato ultimamente l’impegno delle forze politiche”.
Bartolucci (Uici): “Braille sì, ma anche voto elettronico”. Secondo Luisa Bertolucci, impegnata all’interno dell’Uici e nel Centro nazionale per il libro parlato, il voto in Braille potrebbe essere utile, ma non basta. “Io penso che sarebbe grande segno di civiltà e crescita per tutti riuscire a passare ad una modalità di voto elettronico. Direi che questa è la strada percorribile, quella che davvero ci renderebbe eguali agli altri”.
Zanella (Blindsight Project): “Chiediamo ogni volta che il voto sia davvero accessibile”. Anche per Simona Zanella, di Blindsight Project, la scheda elettorale in Braille sarebbe solo una delle possibili soluzioni. E comunque “una soluzione va trovata e la chiediamo ogni volta, perché oggi l’unica possibilità per gli elettori non vedenti è il voto assistito, con tutte le sue criticità: primo, non poter controllare che la propria volontà sia rispettata; secondo, dover trovare un accompagnatore disponibile. Il Braille potrebbe essere una soluzione per alcuni, ma non è conosciuto da tutti i ciechi. Una soluzione potrebbe essere il voto elettronico. Certo, una via deve essere trovata, per superare il meccanismo di delega che oggi è l’unica possibilità. E che a noi non piace”. (cl)
Leggi l’articolo di Redattore Sociale
Da sempre Blindsight Project si è occupata dell’accessibilità al voto per le persone con disabilità visiva, senza successo. Lo dimostra il fatto che, nonostante si viva un’era digitale, per le persone disabili visive anche stavolta il 4 marzo prossimo, bisognerà organizzarsi con la persona di fiducia, che abbia requisiti necessari, a cui delegare il voto in cabina, nella quale ricordiamo da sole le persone disabili visive, che necessitano di voto assistito, non possono entrare.
Se ne parla ampiamente anche in un articolo del redattore sociale, in cui si spiegano varie modalità per abbattere questa enorme barriera, ancora presente su un diritto così importante per ogni cittadino italiano.
Tra le proposte anche quella della vice presidente di Blindsight Project, Simona Zanella, che ricorda qui che il cane guida che accompagna la persona disabile visiva entra nella scuola, o altro luogo in cui si vota, inclusa la cabina elettorale per legge dello Stato Italiano n.37/74.
Massimiliano Bellini (Relazioni Stampa Blindsight Project)